È certamente dedicato a questi antichi carovanieri dell’angoscia il bellissimo restauro dell’antico crocifisso de“ lu Jase Criste de lu colle” che in questa’estate del 2011, è tornato bello come non mai nel piccolo tabernacolo posto sulla strada un tempo percorsa dalle greggi.
Concetta Zilli, assicuratrice in Teramo, nativa di questi stupendi luoghi e profonda conoscitrice delle tradizioni e del patrimonio artistico locale, non sta nella pelle per la gioia:
Era il percorso che i pastori attraversavano con le loro greggi per recarsi ai pascoli romani. Ma era anche l’ultima costruzione del paese alla partenza e la prima che s’incontrava al ritorno, dove tutti i passanti si fermavano a recitare una preghiera”.
Attraverso le parole di Concetta pare di poter vedere questi uomini e i loro armenti, invadere le strade come un fiume di lana, le greggi coprire ogni spazio con i loro velli, i cani bianchi abbaiare e la polvere sollevata, a sfumare il paesaggio come in un sogno.
Ancora oggi a Cesacastina, i vecchi raccontano di tanti rosari recitati davanti a quest'immagine soprattutto durante le due guerre mondiali, per chiedere la grazia del ritorno dei figli soldati.
Qualcuno più suggestionabile ha sognato proprio questo crocifisso e Gesù' che gli parlava in dialetto montanaro..
“La fede- continua la Zilli- è un dono assolutamente importante per gli uomini di montagna”.
È proprio vero! Nel giro di poche manciate di chilometri tra il Gran Sasso, la Majella e il Velino Sirente, esistono santuari, edicole votive, eremi costruiti sopra antri, grotte, rocce o picchi là dove gli uomini sentono più forte la vicinanza di Dio.
Lo stesso artista ha realizzato le due porte della chiesa principale seicentesca dei Santi Pietro e Paolo a forma di croce con il suo inconfondibile campanile a vela e a tre campane.
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